L'Alba dei Cervi

Incanto sul Lago di Barrea

Queste immagini ritraggono l'istante in cui la luce trasforma i cervi in ombre incantate nel Lago di Barrea velato dalla nebbia, che avvolge tutto in un abbraccio etereo e silenzioso

Il sole sfiora il lago, mentre i cervi si immergono in un paesaggio che fonde nebbia, acqua e luce in un solo incanto

Le prime luci dell’alba si stavano appena insinuando tra le colline, quando raggiunsi la riva del Lago di Barrea. L’aria era fredda, frizzante, e una leggera nebbia si alzava dal lago, avvolgendo tutto in un manto lattiginoso. L’autunno era già avanzato, e le foglie degli alberi avevano assunto quel tono dorato che sembra brillare anche nella penombra del mattino. Avrei voluto immergermi in quel silenzio, lasciare che la quiete del lago riempisse ogni pensiero, ma qualcosa catturò la mia attenzione: un movimento sull’altra sponda, quasi impercettibile.

Mi avvicinai alla riva, stringendo la macchina fotografica tra le mani. Tra i vapori della nebbia, iniziai a distinguere le sagome eleganti di un gruppo di cervi. Erano fermi, immobili come statue, i loro occhi neri puntati verso l’acqua. Il cuore mi batté più forte: sapevo di essere testimone di un momento raro, quasi magico. Con movimenti lenti, alzai la macchina fotografica e misi a fuoco. La prima immagine catturò l’istante in cui un raggio di sole, sottile come una lama, si insinuò tra le nuvole, colpendo i cervi e tingendo le loro sagome di una luce dorata e calda. Per un attimo, il tempo sembrò fermarsi, il mondo intero ridotto a quel solo raggio di luce e a quegli animali maestosi.

Rimasero lì, immobili, quasi consapevoli della bellezza di quel momento, poi iniziarono a muoversi, uno dopo l’altro, entrando con lentezza nell’acqua. La seconda immagine li immortalò mentre attraversavano il lago, le loro figure riflesse sull’acqua calma, come ombre dorate su una superficie d’argento. La nebbia intorno a loro si fece più fitta, inghiottendo il paesaggio, lasciando visibili solo quei corpi eleganti che tagliavano l’acqua con movimenti leggeri e fluidi. Era come se il mondo intero si fosse ristretto a quel piccolo spazio, a quella danza silenziosa tra terra e acqua, tra realtà e sogno.

La nebbia avvolgeva il Lago di Barrea come un velo misterioso, mentre i cervi si immergevano lentamente, lasciando tracce effimere sulla superficie argentea.

Quando scattai la terza foto, ero già più distante. I cervi, ora immersi per metà nell’acqua, sembravano parte integrante del paesaggio. La nebbia cominciava a diradarsi leggermente, lasciando intravedere le prime luci del sole che filtravano tra la foschia lungo le sponde del lago. I salici si innalzavano sull’acqua, creando un quadro di colori tenui e ombre delicate, in cui i cervi erano protagonisti silenziosi e misteriosi.

L’ultima immagine fu la più ampia. La nebbia si era alzata abbastanza da svelare l’intero scenario. I cervi, ormai arrivati al centro del lago, erano delle sagome scure, immerse in una luce dorata che colorava tutto di una calda tonalità autunnale. I salici si piegavano verso l’acqua, mentre una leggera foschia rimaneva sospesa nell’aria, avvolgendo ancora tutto in un alone di mistero.

E mentre scattavo quell’ultima foto, capii che avevo catturato non solo un momento, ma un’emozione, un ricordo che sarebbe rimasto scolpito nella mia memoria, come quella mattina in cui i cervi del Lago di Barrea si immersero nelle acque dorate di un autunno senza tempo.

 

Testo e Foto © Marco Buonocore

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