Il saluto di Tre Orecchie

una volpe speciale

la volpe Tre Orecchie sembrava un custode dei segreti e delle meraviglie nascoste tra le foglie e il vento

era un’amica invisibile che appariva agli escursionisti, guidandoli con una presenza tanto affettuosa quanto enigmatica

Val Pagana è un luogo intriso di una magia sottile, nascosta tra le pieghe della terra e il canto del vento tra le foglie della faggeta. È un posto dove la natura sussurra i suoi segreti a chi sa ascoltarli. Tra quei sentieri tortuosi e le praterie d’alta quota, viveva una creatura che pareva parte di quel mistero antico. La chiamavano Tre Orecchie.

Tre Orecchie era una volpe diversa da tutte le altre. Non era soltanto per quell’orecchio a doppia punta, un particolare che la distingueva dalle sue simili, ma per il suo comportamento. Gli escursionisti che percorrevano i sentieri di Val Pagana sapevano di poter contare sulla sua presenza, come su una vecchia amica. Quando sentivi il fruscio leggero tra le foglie cadute, era probabile che fosse lei, curiosa e affabile, pronta a farti compagnia per un tratto di sentiero.

Ogni volta che decidevo di intraprendere l’escursione verso Monte Meta, sapevo che Tre Orecchie sarebbe stata lì, nella faggeta o appena oltre il limitare del bosco. La vedevo spuntare tra le rocce e gli alberi, il suo sguardo vigile e attento, ma mai timoroso. Era come se conoscesse ogni segreto di quella valle e volesse condividerlo con me, passo dopo passo. A volte si avvicinava talmente tanto che sembrava volesse sfiorarmi la mano, un gesto di amicizia che nessun altro animale selvatico avrebbe osato.

Tre Orecchie, con il suo sguardo attento e il passo leggero, era più di una semplice volpe

Camminare in sua compagnia, era un silenzioso patto di fiducia tra uomo e animale. Mi piaceva pensare che anche lei mi aspettasse, che quel nostro incontro fosse per lei altrettanto importante quanto lo era per me. Quando raggiungevamo un certo punto del sentiero, Tre Orecchie si fermava, osservandomi come a dirmi che da lì in poi avrei dovuto proseguire da solo. Allora io le sorridevo, salutandola con un cenno del capo, e lei scompariva tra l’erba alta, lasciandomi con la sensazione di aver condiviso qualcosa di speciale.

Per qualche anno, quella volpe fu una compagna silenziosa. Poi, un giorno, arrivai al solito posto e non la trovai. Pensai che fosse solo un ritardo, così mi sedetti su un masso, aspettando il suo arrivo. Ma il tempo passava e di Tre Orecchie nessuna traccia. Tornai un’altra volta, e poi ancora, ma lei non c’era più. La valle sembrava più vuota, priva di quella presenza che l’aveva resa così speciale. Mi chiesi dove fosse andata, quale nuovo sentiero avesse scelto di percorrere. Ma i ritmi della natura sono misteriosi, e a volte, anche gli amici più cari seguono strade che non possiamo conoscere.

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Chissà, forse Tre Orecchie aveva trovato un nuovo luogo da esplorare, un’altra valle da rendere magica con la sua presenza. Oppure, semplicemente, era tornata a far parte di quel mistero che avvolgeva la Val Pagana, come un soffio di vento tra gli alberi, invisibile ma sempre presente.

Ogni volta che torno in quella valle, sento ancora la sua presenza, un’ombra fugace tra le foglie, un sussurro che mi accompagna. E così, anche se non la vedo più, so che una parte di lei resterà per sempre tra quei monti, come un ricordo indelebile scolpito nella memoria della terra e del cuore.

 

Testo e Foto © Marco Buonocore

Tre Orecchie continua a vivere nei sussurri del vento e nei ricordi dei sentieri, un’ombra affettuosa che segna il legame eterno tra la natura e coloro che sanno ascoltarne i segreti.

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